Missione in Madagascar, Aisis porterà la piattaforma di Ght all’ospedale di Vezo
La piattaforma di Global Health Telemedicine arriverà ad Andavadoaka, in Madagascar, un villaggio di pescatori sulla costa sud-ovest del Paese. La missione sarà guidata da Aisis (Associazione italiana sistemi informativi in sanità), che ha proposto a Ght una partnership per installare il sistema di teleconsulto al Vezo Hospital, una realtà fondata e gestita da medici italiani.
Il responsabile del progetto sarà Piero Sanna, che si occupa di sistemi informativi per l’Ats Sardegna. Partirà lunedì prossimo assieme ad altri quattro membri della sua associazione, tra cui il presidente Giuliano Pozza (responsabile del servizio informativo dell’IRCCS San Raffaele di Milano).
«Un anno e mezzo fa l’associazione mi ha incaricato di seguire il progetto Aisis For Social – racconta Sanna –. Abbiamo selezionato 7-8 realtà con cui poter iniziare a collaborare in ambito sociale e Global Health Telemedicine è risultata la più interessante. Innanzi tutto perché si avvicina al nostro campo di attività e poi perché crediamo si tratti di un sistema di ampia applicazione su vari contesti, nazionali e internazionali».
Il team resterà in Madagascar per una decina di giorni e si occuperà di installare la strumentazione necessaria all’avvio dei servizi, di configurare il sistema e di offrire una formazione iniziale al personale sanitario presente sul posto. «Il Vezo è un piccolo ospedale che però serve un’area molto vasta. Provvederemo a installare e testare il sistema con il supporto da remoto di Global Health Telemedicine – spiega ancora il capo missione –. Se le cose andranno come speriamo l’ospedale potrà usufruire presto della piattaforma e richiedere consulti medici e seconde opinioni grazie alla rete di Ght. Sono molto carico: è la prima volta che Aisis entra in questo ambito. È un passo davvero importante. Siamo molto soddisfatti della collaborazione con Ght e entusiasti di costruire insieme questo percorso. Provare a realizzare un progetto di cooperazione internazionale è sempre stimolante».
Il gruppo di Aisis seguirà il progetto anche dopo il rientro in Italia e tornerà ad Andavadoaka
tra qualche mese. «La nostra idea è quella di costruire un modello replicabile – conclude Sanna –. Se Ght ci segue mettendo a disposizione la sua esperienza, vorremmo provare a estendere il progetto. Prima in Madagascar e in altre zone dell’Africa, dove possiamo contare su un piccolo network, e poi anche in Italia. Siamo convinti che questa soluzione possa trovare applicazione anche in molte realtà nazionali».